Gli alieni sono in mezzo a noi
(di Lorenzo De Marco)
Dato per assunto il principio che non siamo soli
nell’Universo, esposto, anche se solo superficialmente nell’articolo
precedente, è il momento di porre la domanda fatidica: gli alieni sono davvero
in mezzo a noi?
Ci controllano in qualche modo oscuro o ci governano,
muovendo i fili dei capi di stato come abili burattinai per perseguire i loro
scopi? Si sono forse mischiati tra noi per sfuggire a una catastrofe biblica
che ha distrutto il loro pianeta, guardandosi bene di non rivelare la loro vera
natura? (e qui il riferimento al
personaggio di Superman, creato da Jerry Siegel e Joe Shuster è d’obbligo.).
Teorie pro e contro dell’una e dell’altra ipotesi non si
contano. Fiumi di parole sono stati scritti e se ne continuano a scrivere, decimando
intere foreste per pubblicare montagne di libri e intasando il web con pagine e
pagine virtuali di foto, video, testimonianze che adducono prove della presenza
di entità aliene sulla Terra fin dall’inizio dei tempi.
Queste ipotesi, un tempo esclusivo appannaggio della
fantascienza, ora si vestono di autorevolezza, si fregiano di famosi nomi della
sf e della scienza per rendersi più credibili. La teoria dell’esistenza di un
complotto tra alieni e i governi dei principali paesi del mondo per un
reciproco vantaggio, tenendo all’oscuro la popolazione al fine di evitare
ondate di panico (!?) o disordini sociali trova sempre più proseliti.
Personalmente, invece
di continuare a cercare ossessivamente prove di queste teorie, proverei ad
approcciare la questione da un altro punto di vista. Soffermiamoci per esempio a
considerare quali vantaggi la razza umana e quella aliena potrebbero trarre da
un reciproco accordo o ancora, come sia
stato possibile occultare per centinaia di secoli la loro presenza sul nostro
pianeta.
Questione n. 1: La distanza.
Qualsiasi specie aliena, per spostarsi da un mondo
all’altro, avrebbe necessariamente bisogno di un mezzo di trasporto. Dovrebbe
quindi possedere una tecnologia ultra-luce per spostarsi velocemente da un
sistema solare all’altro. Una tecnologia del genere, almeno per le nostre
attuali conoscenze, sembra impossibile da ottenere. La nuova frontiera della
scienza che si sta occupando della fisica delle particelle (teoria quantistica)
forse potrebbe cambiare il nostro attuale modo di vedere le cose ma al momento,
possiamo considerarci come bambini che cavalcano una tigre. Inoltre, anche se
si possedesse una tecnologia del genere, i tempi di percorrenza non sarebbero
comunque brevi, considerate le distanze che separano i sistemi solari a noi più
vicini. Ne deriva che le navi dovrebbero essere di notevoli dimensioni per
stivare cibo, carburante, o possedere comunque motori capaci di produrre enormi
quantità di energia oltre a un equipaggio numeroso necessario per governarle.
Navi di queste dimensioni non verrebbero costruite per
atterrare al suolo ma per restare in orbita. Anzi, data la loro mole, sarebbe
più facile ed economico costruirle direttamente nello spazio. Ma dove nasconderle allora?
Ammettendo che gravitino dietro la nostra Luna o mimetizzate
nella fascia di asteroidi di Van Hallen o dietro una delle lune di Marte o di
Giove, se non più lontano, è impensabile che nessun telescopio non li abbia individuate.
Si, lo so, i complottisti affermerebbero che tali notizie verrebbero insabbiate
ma non ho l’impressione che tutti i paesi che possiedono osservatori astronomici
vadano d’amore e d’accordo.
Questione n. 2: il motivo della loro presenza.
Supponiamo che abbiano realmente superato questa grande
distanza, per quale motivo lo avrebbero fatto?
Possibilità n. 1: la più sfruttata dai film e dai romanzi
di sf: l’invasione. Ma perché invadere un pianeta? Per colonizzarlo o
sfruttarlo per le risorse? In verità è quello che di l’Uomo ha sempre fatto
quando si è mosso per esplorare nuove terre. Non vedo perché i motivi che
spingerebbero una specie aliena a esplorare nuovi mondi dovrebbero essere
differenti dai nostri. Ma se così fosse, perché non conquistare semplicemente
il nostro mondo per sfruttarlo comodamente senza tanti sotterfugi o complicati intrighi
che coinvolgerebbero le grandi potenze mondiali e, a quanto pare, secoli e
secoli di indefesso lavoro per occultare la loro ingerenza? Per una civiltà così avanzata basterebbe una
dimostrazione di forza: distruggere un paio di città per dimostrare che fanno
sul serio. Nessun governo avrebbe alcuna possibilità di impedirlo e il mondo
intero non avrebbe altra scelta che capitolare.
L’invasione di un territorio peraltro a che servirebbe se
non è possibile sfruttarne le risorse? E in questo caso, connivenza o coercizione
dei nostri governi a parte, tali risorse non dovrebbero essere spostate sul
loro mondo? Se escludiamo il sistema di teletrasporto rimarrebbe solo la via
tradizionale e cioè navi da trasporto che farebbero la spola, attraversando
anni luce di distanza per rifornirsi e scaricare. Non sarebbe un’operazione
conveniente neanche se si trattasse di materie preziose. Troppo tempo necessario
e troppi costi.
Ma se non sono venuti per invadere e conquistare, allora
che altro motivo ci sarebbe?
Possibilità n.2 – La collaborazione. Aiutare la specie
umana a crescere, guidando la sua evoluzione fino a che il suo livello di
civiltà non raggiunga quello delle altre specie extraterrestri. In quel caso e
solo in quel caso si rivelerebbero all’umanità.
???
Un semplice sguardo a un qualsiasi libro di storia delle
elementari o un’occhiata ai telegiornali che riempiono i palinsesti ci basta e
avanza per capire che non è una ipotesi avallabile.
Possibilità n. 3 – Il ricatto.
I vichinghi usavano attaccare e depredare le terre che
visitavano in cerca di tesori. Per fare cessare la devastazione, ricattavano i
reggenti promettendo loro di andarsene in cambio di oro e preziosi. Forse una
flotta di navi aliene pirata è sbarcata sulla Terra, e questi esseri si sono
insediati tra noi e stanno ricattando i nostri capi di stato minacciando di
attaccare e distruggere il pianeta se non ricevono in cambio particolari
risorse di cui hanno bisogno. Insomma, gangster alieni che lavorano in proprio.
Questa possibilità, rispetto alle due precedenti forse mi sembra la più
probabile (o la meno improbabile).
Possibilità n. 4 – Lo scambio di conoscenze.
Noi ne trarremmo sicuramente vantaggio. I sostenitori di
questa teoria potrebbero sbandierare (e a ragione) i progressi conseguiti in
campo medico, scientifico, genetico, tecnologico nell’arco di un centinaio di
anni. Ma con l’energia elettrica, il telefono, le industrie siderurgiche
eravamo a buon punto già dalla fine dell’ottocento. Lo sforzo bellico che ha
coinvolto il mondo civilizzato nei primi decenni del ventesimo secolo ha poi
dato la spinta definitiva, fornendo i laboratori medici e scientifici, le
industrie navali e aeronautiche soprattutto, di ingentissime risorse, mettendo
sul campo e a stretto contatto i
migliori cervelli.
Ma supponiamo ci sia stata in effetti la spinta da parte
di una civiltà aliena: noi che cosa avremmo da barattare? Forse dare loro la
possibilità di insediarsi sul nostro pianeta, o di effettuare esperimenti
scientifici su animali o uomini (???). Stiamo parlando di specie molto più avanzate delle nostre. Non
avremmo potuto usare alcun mezzo per impedirlo in ogni caso.
Possibilità n. 5 – L’incidente.
Siamo forse venuti in possesso di manufatti alieni come
si suppone sia accaduto nel caso di Roswell, località in cui sembra essere precipitato
un veicolo alieno e questo ci ha dato modo di studiare una nuova tecnologia e
impararne i rudimenti in laboratori ultrasegreti come quello dell’altrettanto
famosa Area 51?
In effetti la pura casualità dovuta a un fortuito
incidente è molto meno improbabile.
Possibilità n. 5 – Esperimento.
Forse sono stati gli alieni a creare la vita sulla Terra.
Hanno effettuato un esperimento scientifico su scala planetaria per studiare
l’evoluzione della vita in tutto il suo percorso.
Ma una possibilità del genere presuppone l’esistenza di
una specie aliena con una aspettativa di vita e una lungimiranza inconcepibile.
E tutto questo avrebbe un costo di uomini, mezzi e risorse incalcolabili. Non dobbiamo
mai dimenticarlo, se vogliamo cercare di comprendere lo scopo di chi avrebbe organizzato
tutto questo.
Si potrebbe andare
avanti con altre infinite possibilità, l’unico limite a questo punto, è la
fantasia.
In conclusione, vorrei sottolineare una cosa. Non sono
detrattore né sostenitore delle teorie sopra enunciate. Può sembrare che le
abbia commentate in maniera ironica e
perfino sarcastica, ebbene, può essere, mi
avvicino a questi argomenti con sano distacco e un certo scetticismo ma mai e
ripeto, mai con ostinato ostracismo.
Benché possano sembrare argomenti fuori dall’ordinario,
sono temi delicati e vanno trattati con
serietà. Proprio per questo invito ognuno di voi, assertori di questa o
quella teoria sulla presenza di alieni, sull’esistenza di basi sottomarine
extraterrestri, su esperimenti da parte
di alieni e umani in laboratori segreti come quelli di Doulce o dell’Area 51,
di continuare a cercare la verità senza però mai lasciarsi coinvolgere da prove
indiziarie o testimonianze non consolidate da prove o a lasciarsi trasportare
da facili entusiasmi. Siate aperti a tutto ma sforzatevi di usare il metodo
scientifico. Provare e riprovare, confrontare, analizzare e fino alla fine
dubitare.
Io credo nella teoria extraterrestre, così come credo
possibile che la specie umana sia venuta a contatto con una specie diversa. Una
per tutte, la Terra da un certo punto della storia in poi, ha cessato di essere
tonda ed è diventata piatta. Le conoscenze astronomiche e scientifiche che possedevano i nostri
antenati (antenati?!) sono andate perdute e il mondo è sprofondato nella più
totale ignoranza, l’oscurità della ragione ha coperto ogni cosa, dalle
coscienze alle conoscenze e ci sono voluti più di millecinquecento anni per
recuperarle in minima parte.
C’è stato un cataclisma di immane proporzioni che ha
interrotto il corso della normale evoluzione. Forse è il diluvio citato nella Bibbia
e in altri testi sacri, forse una catastrofe di altra natura ma per certo ha
quasi sterminato la nostra specie. Forse è stata questa la causa della nostra
regressione. Forse.
Ma proprio perché credo, quando leggo di presunte “prove inconfutabili”, di testimonianze
di persone assolutamente “degne di
fiducia”, quando guardo video e foto che riprendono ufo o extraterrestri,
quando leggo di improvvise,
straordinarie rivelazioni e soprattutto reinterpretazioni di testi sacri o di
antichi geroglifici, rinvenimenti di misteriosi manoscritti ritrovati in improbabili
luoghi, allora lascio che il mio scetticismo prenda le distanze e ricacci
indietro l’entusiasmo di chi vuole credere.
Poiché sono uno scrittore, ho fatto diverse volte
esperimenti su come interpretare alcuni testi secondo un determinato criterio. Ebbene,
vi invito a fare lo stesso. Vi assicuro che rimarrete stupiti di come un testo
qualsiasi, se vorrete trovare delle attinenze matematiche, occultistiche,
teologiche, ufologiche e via dicendo possa prestarsi a questo gioco.
Di Forse e di Se è piena la mente dell’uomo. E’ nella nostra
natura porsi domande. Alcuni temono le risposte e cercano di eluderle, facendo
finta che non esistono, altri ne hanno così paura che cercano di eliminare chi
si pone le domande. Altri, invece,
alzano gli occhi al cielo nella notte e scrutano il cielo, sforzando la vista e
guardando oltre l’oscurità che separa le stelle, chiedendosi chi siamo, cosa
siamo e quale è lo scopo di tutto ciò che ci circonda.. Questo mi fa pensare al
passo della Genesi “E Dio creò l’uomo a
sua immagine e somiglianza.”, perché chi si pone le domande, è più simile a Dio di quanto non creda.
Risposta di un lettore
Preferisco rimanere nell'anonimato per il momento, mi sento in dovere di rispondere a Lorenzo, il suo articolo non fa una piega ma concordo con l'autore che ha scritto l'articolo sulla Bibbia, all'umanità riesce più facile credere in dei, ai santi in paradiso, all'inferno e magari agli spiriti o anime ma non crede ad un fenomeno reale. Io non so chi sono o cosa vogliono da noi, ammesso che vogliano qualcosa, ma so quello che ho visto con i miei occhi e quelli di mio fratello. Era un pomeriggio di estate di tre anni fa, io e mio fratello facevamo jogging sul lungomare di Pescara dove abitiamo, ci fermammo per riprendere fiato e mentre facevamo stretching mio fratello scorse un oggetto simile ad un sigaro metallico che faceva capolino attraverso una nuvola, sembrava quasi che fosse cosciente che la fissavamo poichè spesso si nascondeva poi all'improvviso si tuffò in mare. Eravamo ancora increduli sull'accaduto e nel momento in cui decisi di rompere il silenzio chiedendo il parere a mio fratello vedemmo sollevarsi una colonna d'acqua in lontananza e sfrecciare ad una velocità impossibile due oggetti identici al primo che sparirono in un lampo cioè un bagliore non fortissimo perchè c'era ancora il sole. Non abbiamo mai raccontato a nessuno la nostra storia in quanto riesce difficile anche a noi stessi crederci, sperammo di sentire la notizia al telegiornale o su internet ma nulla, l'unica cosa che spero è che non siano ostili perchè dopo quello che abbiamo visto la tecnologia in loro possesso è impressionante.
Saluti ( complimenti per il sito )
Commento alla risposta del Lettore
L’esperienza
che ha vissuto insieme a suo fratello è davvero interessante, sotto tutti i
punti di vista e proprio per questo la trovo ottima come oggetto di
argomentazione a fronte di quanto ho
scritto nel mio articolo sulla necessità di verificare con metodo scientifico e
distaccato gli avvenimenti, usando la tecnica investigativa.
L’avvistamento
di cui è stato testimone non è di tipo consueto, anzi! Partendo dal presupposto
che non avrebbe alcun interesse a citare fatti non veri, l’episodio in
questione non sembra affatto un avvistamento ma una azione complessa compiuta
da oggetti che non avrebbero, se fossero di origine terrestre, la possibilità
di fare quello che hanno fatto. Ma proprio
per questo motivo, trattandosi di un evento straordinario, mi sembra strano che non abbiate cercato
conferme immediate o non abbiate tentato di approfondire la questione e
soprattutto di non avvisare le autorità, a prescindere dall’eventualità (quasi
certezza in verità) di non essere creduti.
Se
penso infatti alle domande che farebbero gli “investigatori” sulla questione,
ci sarebbero parecchi interrogativi a cui rispondere. Ne cito alcuni:
- Avete
preso nota del giorno e dell’ora dell’avvistamento?
- Quanto
è durato l’intero episodio?
- A
quale distanza, anche approssimativa poteva essere l’oggetto che poi si è
lanciato in mare?
- L’oggetto,
a forma di sigaro si è inclinato per tuffarsi in acqua o si è limitato a
perdere rapidamente quota?
- Erano
visibili tracce di fumo o residui di combustione nello spazio attraversato dal
velivolo?
-
Erano visibili luci fisse o intermittenti sulla superficie dello scafo?
- Avete
udito rumori di qualsiasi natura provenire dall’OVNI? Si è udito un tonfo al
momento dell’ammaraggio? Se si, lo avete udito immediatamente o dopo qualche secondo (servirebbe a calcolare la distanza
rapportando il tempo con la velocità di propagazione del suono e quindi anche
le dimensioni)?
-
Dopo quanto tempo i due oggetti sono sbucati dalla colonna d’acqua?
-
Ha scritto che la colonna d’acqua sollevata era una: quindi i due velivoli sono
emersi contemporaneamente oppure uno dopo l’altro?
Questa
prima parte di domande tende a
descrivere l’avvenimento. La seconda parte serve a descrivere e delimitare l’ambiente
circostante:
- Eravate
gli unici testimoni?
- Avete
guardato in giro in cerca di persone che avrebbero potuto confermare quanto
avete visto o il
lungomare era completamente deserto a parte
voi?
- C’erano
imbarcazioni in mare nelle vicinanze dell’accaduto?
- Avete
confrontato le vostre reciproche versioni dell’avvenimento, sforzandovi di
ricordare ogni dettaglio
possibile?
- Perché,
trattandosi di un avvenimento così particolare non avete avvertito le autorità
locali?
Infine
gli inquirenti farebbero le domande di carattere personale che tendono a
verificare l’attendibilità dei testimoni.
Inoltre,
c’è un’altra considerazione che gli
inquirenti potrebbero fare proprio sul trafiletto scritto in coda al mio articolo,
e cioè il fatto che Lei preferisca
mantenere l’anonimato, almeno per il
momento. A prima vista sembrerebbe un esordio abbastanza generico ma le
implicazioni sottintese sono diverse e non c’è bisogno di spiegare come la
frase, apparentemente innocente, offra invece il fianco a possibili illazioni.
Se l’avvenimento descritto è vero, ed è sicuro di quello che ha visto, non
dovrebbe avere timore a identificarsi. Del resto sta scrivendo su un sito che
si occupa proprio di queste cose ed è rivolto a un trend di utenti ben definito,
non avrebbe motivo alcuno di non declinare le proprie generalità a meno che Lei non sia un personaggio pubblico.
Quella che vorrebbe sembrare una normale reticenza ad esporsi potrebbe far sorgere
invece il sospetto che si intenda sollevare apposta un “caso”, utilizzando il sito come cassa di
risonanza per farlo approdare su altre sponde più commerciali (mi riferisco alla
postilla almeno per il momento).
Ovviamente
io non sono un inquirente né tantomeno un giudice per cui non sto contestando
la veridicità della sua storia. Mi sforzo solo di mettermi dall’altra parte
della scrivania (lo faccio soprattutto con me stesso, quando scrivo racconti) per
verificare i punti deboli di una storia o di una teoria, perché ritengo che
porsi domande e sollevare dei dubbi sia l’unica maniera per avvicinarsi alla
verità.
Un’ultima
considerazione in merito, un particolare non da poco: a quanto pare l’Abruzzo e
la città di Pescara in particolare, sono oggetto di numerosi avvistamenti molto
frequenti. L’Aeronautica Militare ne conta diciotto di quelli a cui non è stata
data una spiegazione naturale, a partire dal 1977 al 2013. Invece sono molto
più numerose le testimonianze di persone che hanno visto o fotografato o
filmato oggetti volanti non identificati. Basta dare un’occhiata su Google o YouTube
per trovare decine di articoli al riguardo. E’ evidente che qualcosa, nei cieli
tra Pescara e Ancona c’è sul serio o forse sarebbe meglio dire sotto il mare di
quella tratta.
In
questo caso le autorità dovrebbero essere continuamente informate. Che poi
decidano di mantenere il riserbo sulla questione, è un altro discorso. Abbiamo
visto troppi film e letto troppi libri al riguardo per sapere che devono
attenersi in questi casi a particolari protocolli. Ma è necessario che siano
informati. Alla fine dei conti, che lo facciano per proteggerci o per obbedire
a semplici ordini dall’alto, stiamo sempre dalla stessa parte della barricata.
Lorenzo De Marco