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Noi non siamo soli!

(di Lorenzo De Marco)
Avremo sentito o pronunciato noi stessi questa frase decine se non centinaia di volte.
La realtà ci sta stretta. Il senso di solitudine che ci assale guardando in alto, smarrendo inevitabilmente lo sguardo tra le stelle che sembrano ingigantire lo spazio anziché delimitarlo è secondo solo al profondo disagio che proviamo rendendoci conto che in un simile contesto l’essere umano può essere benissimo paragonato a un micro-organismo sotto la lente di un microscopio. E certamente non è una bella sensazione.
Andando oltre,  possiamo anche arrivare a credere che la vita, nella complessa trama dell’universo, potrebbe essere un errore o una semplice anomalia, un difetto di progettazione insomma, o un incidente di percorso durante la sua fase evolutiva, allo stesso modo di un tumore,  e che ciò che noi definiamo intelligenza non è altro che un’arma che l’Uomo, inteso come organismo biologico ha sviluppato per sopperire alle sue evidenti carenze fisiche in confronto ai grandi predatori che popolarono la Terra ai primordi.
Da tali premesse si può facilmente comprendere come l’essere umano, proprio perché dotato dalla capacità di elaborare pensieri complessi che prescindono dal semplice istinto di sopravvivenza, fin dall’alba dei tempi abbia cercato di riscattare se stesso sforzandosi di crearsi una identità diversa da quella, in verità assai poco gratificante, di semplice organismo vivente.
Il primo passo verso questa nuova visione di se stesso è stato quello di affidarsi  ad entità superiori.  Rendendosi conto della propria debolezza di fronte alla natura che lo circondava sublimava il proprio senso di inadeguatezza attribuendo ad esse poteri sovrannaturali. La bestia che non riusciva a sconfiggere diventò una divinità da temere e rispettare ma soprattutto, da ingraziarsi, offrendogli sacrifici, ovviamente  tenendosi sempre a debita distanza. E dopo i grandi predatori fu la volta del fuoco e del tuono, della pioggia, del vento e così via.
La religione ha quindi da sempre assunto un ruolo fondamentale per l’Uomo che se ne è servito usandola come un lettino per la psicanalisi, confidando i propri timori per poterli vincere, per riuscire a controllare le proprie paure e convivere con la sua perenne sensazione di inadeguatezza in un mondo che tutto sommato, non gli era congeniale.
Tutto quello che c’è stato nel mezzo, da quei tempi ad oggi, possiamo saltarlo a piè pari. Abbiamo avuto i nostri alti e bassi e guardandoci indietro possiamo credere di avere fatto molta strada anche se la verità è che continuiamo a sentirci inadeguati. Anzi, più cose scopriamo, più ci rendiamo conto di quanto poca cosa  rappresentiamo.
Noi non siamo soli? Questo è certo. Noi non siamo l’unica specie dotata di intelligenza, soprattutto se ci ostiniamo a utilizzare la nostra come metro di misura nei confronti delle altre specie viventi.
Basta guardarci intorno, senza sforzare la vista per guardare in alto. E quando dico guardare, intendo osservare studiando il comportamento degli altri animali che popolano il nostro pianeta. Perfino il cefalopode  o la gallina, animali notoriamente considerati gli esseri meno dotati di intelletto, sono invece capaci di comportamenti che vanno oltre l’istinto.
Che ci siano altre specie, oltre quelle che risiedono stabilmente sulla Terra, è un dato di fatto e non una teoria, ma una semplice questione di numeri. Per la legge delle probabilità ne dovrebbero esistere migliaia di altre, anche nel caso che la Vita sia da considerare un’anomalia o un difetto, come già accennato all’inizio di questo articolo.
Altra importante considerazione che corrobora tale affermazione, è quella che la vita sulla Terra è possibile, per certi organismi, sia a profondità sottomarine inimmaginabili che ad altitudini elevatissime, o in assenza di luce o  di aria, a temperature  e a pressioni inconcepibili. Per cui, anche ammettendo per assurdo che non esista un altro pianeta simile alla Terra in tutto l’Universo (????) la vita potrebbe manifestarsi in altri modi, modi che non conosciamo. Miliardi di organismi, da quelli unicellulari a quelli straordinariamente più complessi come l’uomo, per l’appunto, con caratteristiche incredibilmente diverse tra loro brulicano letteralmente su un mondo neppure tanto grande. Se tanto mi da tanto, che cosa ci sarà appena fuori dalla porta di questa nostra casa rotante?
Penso che se il primo passo per l’Uomo  è stato quello di affidarsi alle divinità per dare un senso alla propria esistenza, il secondo dovrà essere quello di prendere atto della sua esatta collocazione  nella trama dell’Universo e  considerarlo come punto di partenza per una nuova fase della sua evoluzione.
E’ indispensabile allargare i propri orizzonti, aprire gli occhi e la mente a nuove possibilità, anche quelle che sembrano più assurde, acquisire un nuovo modo di considerare l’Universo che ci circonda, abbandonando definitivamente  la visione antropocentrica che ci ha condizionato per secoli. Un bimbo che fa domande che per noi sembrano assurde e fuori luogo, in realtà si rapporta col mondo nella giusta maniera, senza alcun preconcetto, senza condizionamenti dettati dalla educazione, dallo stato sociale, dalla sua appartenenza religiosa, dalla sua esperienza.
Dobbiamo spogliarci da tutto il nostro background culturale e rivolgerci a ciò che non conosciamo con gli stessi occhi e con lo stesso puro, genuino entusiasmo di fronte alle cose che non conosciamo.
Alla prossima.

Leonard Nimoy è morto a 83 anni. Ma qualche giorno prima di andarsene ha voluto ancora una volta omaggiare i suoi fan con alcune sagge parole, postate sul suo profilo Twitter. Il leggendario Spock, artista anche lontano dalla telecamera, appassionato di fotografia, musica e poesia ha pubblicato numerose raccolte di versi. E questi sono quelli che ha consegnato al mondo prima dell'addio. Una poesia e un tweet di commento: "La vita è come un giardino. Si possono avere momenti perfetti, ma non possono essere conservati eccetto che nella memoria".

Poi una poesia di cui riportiamo il testo tradotto integralmente:

"Tu ed io
abbiamo imparato la canzone dell'amore
e la cantiamo bene.

Questa canzone è senza tempo
e viene trasmessa
cuore a cuore
da coloro i quali hanno visto
ciò che noi vediamo
e conosciuto
ciò che noi conosciamo.

E gli amanti che l'hanno cantata prima
il nostro amore è nostro
da amare
e condividere.
Il miracolo è questo.
E più condividiamo
più abbiamo".


gruppo-sanguigno-sangue-rh-negativo
Il Mistero del Gruppo Sanguigno RH Negativo


di Melissa B.

Traduzione di Anticorpi.info

 

Molti di noi hanno avuto modo di sapere qualcosa in merito ai gruppi sanguigni dalle lezioni di scienze apprese a scuola. Tuttavia se confrontiamo le nozioni scolastiche con gli studi ed i dibattiti pubblicati sulle riviste scientifiche ... ebbene, ci si accorge come gli elementi più interessanti di questo tema siano stati 'accidentalmente' omessi dai programmi didattici di base.


Non esiste plausibile spiegazione scientifica circa la 
provenienza del gruppo RH negativo. La scienza ortodossa si è limitata a ipotizzare che si tratti di una non meglio identificabile, casuale mutazione genetica. 

 

Circa l'85% degli esseri umani possiede il gene scimmiesco RH, mentre nel restante 15% non è riscontrabile il fattore RH (RH-) e ciò potrebbe essere spiegato dalla presenza di un gene alieno. Questo articolo esplora la tesi che l'umanità sia stata allevata come una razza di schiavi, dal momento che il 97% del nostro codice genetico risulta disattivo, e possiamo disporre di appena il 3%, utile semplicemente alla sopravvivenza. 

 

scimmia-rhesus

Il più comune tipo di sangue umano è il gruppo 0, che è universale. I tipi di sangue sono suddivisi ulteriormente in due gruppi: positivi e negativi in relazione al fattore RH. Il fattore RH è così denominato perché collegato al fattore Rhesus, cioè il nesso genetico esistente tra umanità e scimmie, individuabile da una specifica proteina ematica. 

 

Quando nel sangue di un individuo è presente il fattore RH, si dice che il suo sangue sia di tipo RH positivo (RH+). Se il test restituisce esito negativo, vuol dire che il fattore Rhesus è assente.

E' stato provato che uno dei fattori ereditari più stabili e meno suscettibili di mutazioni generazionali sia proprio il sangue. Come si diceva, la maggior parte delle persone - circa l'85% - possiede sangue RH positivo, elemento a sostegno della tesi secondo cui gli esseri umani si sarebbero evoluti dai primati. Tuttavia 
esiste un restante 15% che risulta del tutto sprovvisto del fattore RH. Se è vero che il gruppo sanguigno rientri tra le caratteristiche genetiche meno mutevoli, da dove proverrebbe il tipo RH negativo?

Si tratta di un interrogativo che per decenni ha lasciato perplessi gli scienziati. Alcune prove suggeriscono che il fattore RH negativo sia apparso sul pianeta circa 
35.000 anni fa, all'interno di alcune aree geografiche molto circoscritte, al punto da sembrare collegato con alcuni particolari gruppi sociali e tribù. Le aree in cui  la sua presenza fu maggiormente riscontrata sono la Spagna settentrionale, la Francia meridionale e la etnia basca. Un altra etnia con alta concentrazione del fattore RH- è quella ebraica dell'Est.

sangue-rh-negativo-tabella


In generale, circa il 40% della popolazione europea possiede il fattore RH-. Solo il 3% degli africani e circa l'1% degli asiatici e dei nativi americani è RH-. Sulla scorta di tali informazioni statistiche, non è difficile intuire dove il fattore RH- potrebbe essere stato introdotto, originariamente, nel codice genetico umano. Stiamo parlando della 
regione caucasica.

caucaso


Dal punto di vista scientifico, se il fattore RH-negativo fosse realmente una tipologia 'normale' di sangue, a cosa potrebbero addebitarsi 
gli inconvenienti che sorgono quando una madre RH- dà alla luce un bambino RH+? Si tratta di una malattia emolitica, o meglio di una reazione allergica che può produrre conseguenze gravi quando i due diversi gruppi sanguigni si mescolino nel corso della gravidanza, dal momento che le sostanze antigeniche presenti nel tipo RH- attaccano le cellule RH+.

Ciò detto, a cosa può addebitarsi una lotta genica tra due tipi di sangue ugualmente umano? Abbiamo a che fare con un gruppo sanguigno alieno? Esiste un unico altro caso in natura in cui ha luogo una simile reazione tra organismi che si accoppiano: quando asini e cavalli vengono incrociati per la produzione di muli. Tutto ciò è comprensibile, in quanto si tratta di un incrocio 'innaturale', che allo stato brado non esiste. L'ibridazione che dà vita ai muli ha luogo esclusivamente a causa dello intervento umano. Dunque, 
è possibile che esistano due tipologie di esseri umani, simili ma geneticamente diverse?

Peculiarità.
Nella maggioranza delle persone con sangue di tipo RH- si tende a riscontrare una serie di caratteristiche comuni. Ecco un elenco tratto dal sito RH Negative Registry (link).

• Senso di non appartenenza
• Tendenza a ricercare la verità
• Senso di dovere compiere una 'missione' nella vita
• Empatia e compassione
• Una costola e/o una vertebra supplementare
• Quoziente intellettivo superiore alla media
• Percettività extrasensoriale
• Amore per lo Spazio e la Scienza
• Maggiore sensibilità della vista
• Non è possibile clonarle
• Temperatura corporea inferiore alla media
• Pressione sanguigna più alta della media (oppure più bassa della media)
• Colore degli occhi blu, verde o nocciola
• Capelli rossi o con riflessi rossastri
• Elevata sensibilità al calore e alla luce solare
• Fobie inspiegabili
• Sguardo profondo
• Tendenza ad essere guaritori
• Empatia per le malattie
• Tendenza a provocare malfunzionamenti nei dispositivi elettrici
• Tendenza ad essere vittime di rapimenti alieni
• Tendenza ad assistere a fenomeni inspiegabili
• Tendenza a fare sogni molto vividi
• Barriere immunitarie più forti
• Condizioni di autoimmunità e markers dell'antigene HLA B27
• Pelle chiara, squilibri di melanina e carenze di vitamina D
• Capacità di processare la CO2 in modo più efficiente della media.
• Squilibri di Ferro e Rame
• Sensibilità alle allergie ambientali

Cosa si potrebbe concludere dagli elementi illustrati? E' stato dimostrato che il sangue è l'organo con minori probabilità di mutazione. 
Se si esclude quella di cui stiamo dibattendo, la scienza non ha mai registrato altre mutazioni genetiche nel sangue.Elemento che supporta la tesi secondo cui il fattore RH- sia stato introdotto da una fonteesterna, ad esempio esseri simili agli umani, ma non terrestri. E' possibile che una specie aliena abbia manipolato la vita preesistente sul pianeta per creare l'uomo moderno?

 



La Stirpe Giunta dal Cielo.
Molti testi antichi, compresa la Bibbia, sembrano supportare questa teoria. Molte storie nei testi antichi, in particolare quelle contenute nei testi pre-cristiani, narrano di una stirpe giunta dal cielo che avrebbe creato l'uomo a propria immagine. L'uomo primitivo li identificò come divinità dalla straordinaria longevità, e capaci di compiere prodigi, ad esempio volare su strani veicoli e provocare assordanti boati sparando fuoco da tali mezzi. Gli esseri umani assistettero alla edificazione di mastodontici monumenti e splendide città da parte di queste creature apparentemente divine. Perché dal punto di vista di un umanoide primitivo non potevano che apparire come divinità.


Ma in realtà chi erano, tali divinità? I miti ci dicono molto su di esse. Mediante ciò che si suppone fosse tecnologia avanzata potevano volare in cielo e nello spazio. Erano maestri di 
aviazione, metallurgia, astronomia, medicina e - ovviamente - genetica.Conoscevano l'energia atomica ed utilizzarono il suo potere distruttivo, a giudicare dalle prove prodotte da studi di paleo-geologia (v. correlati). Conoscevano le tecniche dell'agricoltura e sapevano come creare cereali più nutrienti ed altri derivati alimentari.Tutte le granaglie con cui gli esseri umani ancora oggi si alimentano sono apparse contemporaneamente sul pianeta nel corso di un periodo non più lungo di 10.000 anni.Tempo molto breve, biologicamente parlando, oltre il quale non fu più sviluppata alcuna nuova forma di grano.

I nostri testi antichi narrano che un giorno queste creature iniziarono ad accoppiarsi con gli esseri umani. La Bibbia dice che gli dei guardarono le donne e le trovarono piacevoli per gli occhi, e quindi le presero in mogli, e concepirono figli, molti figli.

Nella prima parte di questo articolo ho descritto cosa accade quando due specie geneticamente simili ma non uguali, vengano incrociate. Esse producono ibridi, ad esempio i muli risultanti dalla ibridazione di cavalli ed asini. Tuttavia la non perfetta compatibilità genica fa si che i muli nascano sterili. Di conseguenza quando sarebbero stati creati gli esseri umani, essi potrebbero essere stati il frutto di una ibridazione ottenuta in un laboratorio e ottimizzata mediante tecnologia avanzata, dal punto di vista delle facoltà riproduttive.

Potrebbero essere stati creati tre prototipi, ognuno più avanzato del precedente. I primi due avrebbero funto solo da iter sperimentale per giungere all'ultimo e definitivo tipo (v. correlati). Si sospetta che l'uomo di Neanderthal sia stato uno dei primi risultati di questi esperimenti, mentre sarebbe molto più elevata la possibilità che il Cro-Magnon sia stato prodotto da tali sperimentazioni. L'ultimo tipo sarebbe corrisposto a ciò che oggi definiamo proto-umanità, e da esso sarebbe disceso l'uomo moderno, cioè il risultato finale degli incroci tra gli 'dei' e la proto-umanità.

Questo incrocio in larga parte non avrebbe prodotto inconvenienti dal punto di vista della riproduzione, ad eccezione di una linea di sangue che sviluppò il fattore RH-negativo, che cioè non ereditò la proteina ematica connessa agli antenati scimmieschi.

Guerra tra Bloodlines
Per secoli i regnanti europei sono stati perseguitati dalla emofilia o 'malattia del sangue.' Sembra che la regina Victoria fosse una 'vettrice' di emofilia, e che la trasmise a tutti i propri figli i quali a propria volta si sposarono con regnanti di altri paesi europei, infettando praticamente tutte le case reali europee tra il 1800 ed il 1900. 

 

Di conseguenza l'emofilia fu ribattezzata 'Malattia Reale.' Per riuscire a porre in connessione gli elementi appena citati, bisogna aggiungere che attualmente solo il 5% degli appartenenti a tutte le case reali del pianeta sono portatori di un tipo di sangue RH-. Insomma, una percentuale che si pone al di sotto della media della popolazione generale. Ciò indica che la maggior parte dei sovrani non è RH-. E' questo il motivo dei cosiddetti 'matrimoni combinati'?

berberi-marocco
Per la cronaca, il gruppo culturale con i più elevati tassi di sangue RH- è quello dei berberi del Marocco. Dal punto di vista territoriale, uno studio ha indicato che
 la più alta concentrazione di RH- si trovi nello attuale Iraq.A quanto pare la stirpe dei berberi ebbe origine migliaia di anni fa sul confine tra Siria ed Iraq.

E' possibile che i regnanti europei rifiutino i matrimoni misti con individui RH- per non mischiarsi con la linea di sangue 'arabo'? In effetti sembra che il ceppo RH- dei popoli baschi provenga dai viandanti berberi giunti in quei territori via mare già nello 8000 aC. Molte antiche pitture rupestri rinvenute in quei territori potrebbero essere attribuite a questi 'stranieri' dalle grandi capacità artistiche.

L'unica cosa certa è che se le case regnanti europee si rifiutano di mischiare il loro sangue con individui RH-significa che questi ultimi rappresentano una 'linea di sangue' avversaria.

Curioso constatare come l'istituto del matrimonio in taluni casi, oltre che come 'impresa dinastica' potrebbe essere sfruttato sotto forma di perversa 'guerra genica.' Ad esempio attraverso il contagioso passaggio deliberato di una antica malattia. Per sapere quanto antica, bisogna esaminare la figura di El Zarhawi.

 

Il padre della chirurgia moderna fu El Zarhawi o Albucasis. Egli descrisse nei suoi studi una malattia che conduceva i maschi di una determinata famiglia a morire come conseguenza delle più banali lesioni. (link)
Il nome esteso era Abul Qasim Khalaf ibn al-Abbas al-Zahravi. Nacque e crebbe presso Zahra, il borgo reale di Cordova (in arabo: Qurtuba), capitale della Spagna musulmana. Come la storiografia ci insegna, Zahra gareggiava con Baghdad in grandezza e magnificenza. Al-Zahravi occupò il ruolo di medico di corte del re di Al-Hakam-II di Spagna, e morì nel 1013 dC dopo una lunga e brillante carriera in cui ideò e sviluppò molti strumenti chirurgici moderni. Introdusse nuove procedure quali la cauterizzazione delle ferite, la frantumazione dei calcoli all'interno della vescica, la vivisezione e la dissezione, ed ideò numerose nuove tecniche mediche. Tra le altre cose, 
Al-Zahravi fu il primo a fornire una dettagliata descrizione della emofilia.

regina-vittoriaregina Vittoria
Sulla base di queste premesse non è difficile domandarsi se il buon medico abbia mai preso in cura qualche componente di famiglie reali arabe di 'mori', nella Spagna dell'epoca, ammalato di emofilia. E non è difficile chiedersi 
in che modo un presunto sangue aristocratico come quello della regina Victoria possa aver contratto tale strana malattia di origine araba. Era presente all'interno dei suoi antenati della famiglia reale spagnola? Sembra infatti che Victoria fosse una diretta discendente del re spagnolo Ferdinando di Castiglia, vissuto nell'XI secolo dC.

In altre parole, è possibile che le discendenti femmine di Victoria, portatrici sane del gene della emofilia, unendosi in matrimonio con numerosi componenti di stirpi reali di mezza Europa, siano state usate per sabotare le future stirpi reali, contaminando i discendenti maschi della linea di sangue concorrente?

Il Sangue Blu.
Concludiamo con una curiosità. 
L'espressione 'sangue blu' con cui si usa definire gli individui sprovvisti del fattore RH, deriva dallo spagnolo sangre azul, che indica l'appartenenza ad una stirpe nobile, e si riferisce al fatto che nei nativi spagnoli dalla pelle più chiara le vene si staglino visibilmente sul corpo pallido come linee di colore azzurro, attributo non posseduto da quelli di discendenza araba. L'espressione fu coniata dopo l'occupazione della Spagna da parte dei Mori (VIII - XV sec dC.), quando le due etnie si mescolarono mediante i matrimoni misti. L'aristocrazia spagnola, in particolare alcuni Castiglia, si rifiutarono di mescolarsi con i Mori, e conservarono questa caratteristica (link). Da allora la locuzione sangue blu fu usata per descrivere le famiglie più antiche ed aristocratiche.

  Gli alieni sono in mezzo a noi


   (di Lorenzo De Marco)

 

Dato per assunto il principio che non siamo soli nell’Universo, esposto, anche se solo superficialmente nell’articolo precedente, è il momento di porre la domanda fatidica: gli alieni sono davvero in mezzo a noi?

Ci controllano in qualche modo oscuro o ci governano, muovendo i fili dei capi di stato come abili burattinai per perseguire i loro scopi? Si sono forse mischiati tra noi per sfuggire a una catastrofe biblica che ha distrutto il loro pianeta, guardandosi bene di non rivelare la loro vera natura?  (e qui il riferimento al personaggio di Superman, creato da Jerry Siegel e Joe Shuster  è d’obbligo.).

Teorie pro e contro dell’una e dell’altra ipotesi non si contano. Fiumi di parole sono stati scritti e se ne continuano a scrivere, decimando intere foreste per pubblicare montagne di libri e intasando il web con pagine e pagine virtuali di foto, video, testimonianze che adducono prove della presenza di entità aliene sulla Terra fin dall’inizio dei tempi.

Queste ipotesi, un tempo esclusivo appannaggio della fantascienza, ora si vestono di autorevolezza, si fregiano di famosi nomi della sf e della scienza per rendersi più credibili. La teoria dell’esistenza di un complotto tra alieni e i governi dei principali paesi del mondo per un reciproco vantaggio, tenendo all’oscuro la popolazione al fine di evitare ondate di panico (!?) o disordini sociali trova sempre più proseliti.

Personalmente,  invece di continuare a cercare ossessivamente prove di queste teorie, proverei ad approcciare la questione da un altro punto di vista. Soffermiamoci per esempio a considerare quali vantaggi la razza umana e quella aliena potrebbero trarre da un reciproco accordo o ancora,  come sia stato possibile occultare per centinaia di secoli la loro presenza sul nostro pianeta.

Questione n. 1: La distanza.

Qualsiasi specie aliena, per spostarsi da un mondo all’altro, avrebbe necessariamente bisogno di un mezzo di trasporto. Dovrebbe quindi possedere una tecnologia ultra-luce per spostarsi velocemente da un sistema solare all’altro. Una tecnologia del genere, almeno per le nostre attuali conoscenze, sembra impossibile da ottenere. La nuova frontiera della scienza che si sta occupando della fisica delle particelle (teoria quantistica) forse potrebbe cambiare il nostro attuale modo di vedere le cose ma al momento, possiamo considerarci come bambini che cavalcano una tigre. Inoltre, anche se si possedesse una tecnologia del genere, i tempi di percorrenza non sarebbero comunque brevi, considerate le distanze che separano i sistemi solari a noi più vicini. Ne deriva che le navi dovrebbero essere di notevoli dimensioni per stivare cibo, carburante, o possedere comunque motori capaci di produrre enormi quantità di energia oltre a un equipaggio numeroso necessario per governarle.

Navi di queste dimensioni non verrebbero costruite per atterrare al suolo ma per restare in orbita. Anzi, data la loro mole, sarebbe più facile ed economico costruirle direttamente nello spazio.  Ma dove nasconderle allora?

Ammettendo che gravitino dietro la nostra Luna o mimetizzate nella fascia di asteroidi di Van Hallen o dietro una delle lune di Marte o di Giove, se non più lontano, è impensabile che nessun telescopio non li abbia individuate. Si, lo so, i complottisti affermerebbero che tali notizie verrebbero insabbiate ma non ho l’impressione che tutti i paesi che possiedono osservatori astronomici vadano d’amore e d’accordo.

Questione n. 2: il motivo della loro presenza.

Supponiamo che abbiano realmente superato questa grande distanza, per quale motivo lo avrebbero fatto?

Possibilità n. 1: la più sfruttata dai film e dai romanzi di sf: l’invasione. Ma perché invadere un pianeta? Per colonizzarlo o sfruttarlo per le risorse? In verità è quello che di l’Uomo ha sempre fatto quando si è mosso per esplorare nuove terre. Non vedo perché i motivi che spingerebbero una specie aliena a esplorare nuovi mondi dovrebbero essere differenti dai nostri. Ma se così fosse, perché non conquistare semplicemente il nostro mondo per sfruttarlo comodamente senza tanti sotterfugi o complicati intrighi che coinvolgerebbero le grandi potenze mondiali e, a quanto pare, secoli e secoli di indefesso lavoro per occultare la loro ingerenza? Per  una civiltà così avanzata basterebbe una dimostrazione di forza: distruggere un paio di città per dimostrare che fanno sul serio. Nessun governo avrebbe alcuna possibilità di impedirlo e il mondo intero non avrebbe altra scelta che capitolare.

L’invasione di un territorio peraltro a che servirebbe se non è possibile sfruttarne le risorse? E in questo caso, connivenza o coercizione dei nostri governi a parte, tali risorse non dovrebbero essere spostate sul loro mondo? Se escludiamo il sistema di teletrasporto rimarrebbe solo la via tradizionale e cioè navi da trasporto che farebbero la spola, attraversando anni luce di distanza per rifornirsi e scaricare. Non sarebbe un’operazione conveniente neanche se si trattasse di materie preziose. Troppo tempo necessario e troppi costi.

Ma se non sono venuti per invadere e conquistare, allora che altro motivo ci sarebbe?

Possibilità n.2 – La collaborazione. Aiutare la specie umana a crescere, guidando la sua evoluzione fino a che il suo livello di civiltà non raggiunga quello delle altre specie extraterrestri. In quel caso e solo in quel caso si rivelerebbero all’umanità.

???

Un semplice sguardo a un qualsiasi libro di storia delle elementari o un’occhiata ai telegiornali che riempiono i palinsesti ci basta e avanza per capire che non è una ipotesi avallabile.

Possibilità n. 3 – Il ricatto.

I vichinghi usavano attaccare e depredare le terre che visitavano in cerca di tesori. Per fare cessare la devastazione, ricattavano i reggenti promettendo loro di andarsene in cambio di oro e preziosi. Forse una flotta di navi aliene pirata è sbarcata sulla Terra, e questi esseri si sono insediati tra noi e stanno ricattando i nostri capi di stato minacciando di attaccare e distruggere il pianeta se non ricevono in cambio particolari risorse di cui hanno bisogno. Insomma, gangster alieni che lavorano in proprio. Questa possibilità, rispetto alle due precedenti forse mi sembra la più probabile (o la meno improbabile).

Possibilità n. 4 – Lo scambio di conoscenze.

Noi ne trarremmo sicuramente vantaggio. I sostenitori di questa teoria potrebbero sbandierare (e a ragione) i progressi conseguiti in campo medico, scientifico, genetico, tecnologico nell’arco di un centinaio di anni. Ma con l’energia elettrica, il telefono, le industrie siderurgiche eravamo a buon punto già dalla fine dell’ottocento. Lo sforzo bellico che ha coinvolto il mondo civilizzato nei primi decenni del ventesimo secolo ha poi dato la spinta definitiva, fornendo i laboratori medici e scientifici, le industrie navali e aeronautiche soprattutto, di ingentissime risorse, mettendo sul campo e a stretto contatto  i migliori cervelli.    

Ma supponiamo ci sia stata in effetti la spinta da parte di una civiltà aliena: noi che cosa avremmo da barattare? Forse dare loro la possibilità di insediarsi sul nostro pianeta, o di effettuare esperimenti scientifici su animali o uomini (???). Stiamo parlando di  specie molto più avanzate delle nostre. Non avremmo potuto usare alcun mezzo per impedirlo in ogni caso.

Possibilità n. 5 – L’incidente.

Siamo forse venuti in possesso di manufatti alieni come si suppone sia accaduto nel caso di Roswell, località in cui sembra essere precipitato un veicolo alieno e questo ci ha dato modo di studiare una nuova tecnologia e impararne i rudimenti in laboratori ultrasegreti come quello dell’altrettanto famosa Area 51?

In effetti la pura casualità dovuta a un fortuito incidente è molto meno improbabile.

Possibilità n. 5 – Esperimento.

Forse sono stati gli alieni a creare la vita sulla Terra. Hanno effettuato un esperimento scientifico su scala planetaria per studiare l’evoluzione della vita in tutto il suo percorso.

Ma una possibilità del genere presuppone l’esistenza di una specie aliena con una aspettativa di vita e una lungimiranza inconcepibile. E tutto questo avrebbe un costo di uomini, mezzi e risorse incalcolabili. Non dobbiamo mai dimenticarlo, se vogliamo cercare di comprendere lo scopo di chi avrebbe organizzato tutto questo.

 Si potrebbe andare avanti con altre infinite possibilità, l’unico limite a questo punto, è la fantasia.

 

In conclusione, vorrei sottolineare una cosa. Non sono detrattore né sostenitore delle teorie sopra enunciate. Può sembrare che le abbia commentate  in maniera ironica e perfino sarcastica, ebbene, può essere,  mi avvicino a questi argomenti con sano distacco e un certo scetticismo ma mai e ripeto, mai con ostinato ostracismo.

Benché possano sembrare argomenti fuori dall’ordinario, sono temi delicati e vanno trattati con  serietà. Proprio per questo invito ognuno di voi, assertori di questa o quella teoria sulla presenza di alieni, sull’esistenza di basi sottomarine extraterrestri,  su esperimenti da parte di alieni e umani in laboratori segreti come quelli di Doulce o dell’Area 51, di continuare a cercare la verità senza però mai lasciarsi coinvolgere da prove indiziarie o testimonianze non consolidate da prove o a lasciarsi trasportare da facili entusiasmi. Siate aperti a tutto ma sforzatevi di usare il metodo scientifico. Provare e riprovare, confrontare, analizzare e fino alla fine dubitare.

Io credo nella teoria extraterrestre, così come credo possibile che la specie umana sia venuta a contatto con una specie diversa. Una per tutte, la Terra da un certo punto della storia in poi, ha cessato di essere tonda ed è diventata piatta. Le conoscenze astronomiche  e scientifiche che possedevano i nostri antenati (antenati?!) sono andate perdute e il mondo è sprofondato nella più totale ignoranza, l’oscurità della ragione ha coperto ogni cosa, dalle coscienze alle conoscenze e ci sono voluti più di millecinquecento anni per recuperarle in  minima parte.

C’è stato un cataclisma di immane proporzioni che ha interrotto il corso della normale evoluzione. Forse è il diluvio citato nella Bibbia e in altri testi sacri, forse una catastrofe di altra natura ma per certo ha quasi sterminato la nostra specie. Forse è stata questa la causa della nostra regressione. Forse.

Ma proprio perché credo, quando leggo di presunte “prove inconfutabili”, di testimonianze di persone assolutamente “degne di fiducia”, quando guardo video e foto che riprendono ufo o extraterrestri, quando  leggo di improvvise, straordinarie rivelazioni e soprattutto reinterpretazioni di testi sacri o di antichi geroglifici, rinvenimenti di misteriosi manoscritti ritrovati in improbabili luoghi, allora lascio che il mio scetticismo prenda le distanze e ricacci indietro l’entusiasmo di chi vuole credere.

Poiché sono uno scrittore, ho fatto diverse volte esperimenti su come interpretare alcuni testi secondo un determinato criterio. Ebbene, vi invito a fare lo stesso. Vi assicuro che rimarrete stupiti di come un testo qualsiasi, se vorrete trovare delle attinenze matematiche, occultistiche, teologiche, ufologiche e via dicendo possa prestarsi a questo gioco.

Di Forse e di Se è piena la mente dell’uomo. E’ nella nostra natura porsi domande. Alcuni temono le risposte e cercano di eluderle, facendo finta che non esistono, altri ne hanno così paura che cercano di eliminare chi si  pone le domande. Altri, invece, alzano gli occhi al cielo nella notte e scrutano il cielo, sforzando la vista e guardando oltre l’oscurità che separa le stelle, chiedendosi chi siamo, cosa siamo e quale è lo scopo di tutto ciò che ci circonda.. Questo mi fa pensare al passo della Genesi “E Dio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza.”, perché chi si pone le domande, è  più simile a Dio di quanto non creda. 


Risposta di un lettore


Preferisco rimanere nell'anonimato per il momento, mi sento in dovere di rispondere a Lorenzo, il suo articolo non fa una piega ma concordo con l'autore che ha scritto l'articolo sulla Bibbia, all'umanità riesce più facile credere in dei, ai santi in paradiso, all'inferno e magari agli spiriti o anime ma non crede ad un fenomeno reale. Io non so chi sono o cosa vogliono da noi, ammesso che vogliano qualcosa, ma so quello che ho visto con i miei occhi e quelli di mio fratello. Era un pomeriggio di estate di tre anni fa, io e mio fratello facevamo jogging sul lungomare di Pescara dove abitiamo, ci fermammo per riprendere fiato e mentre facevamo stretching mio fratello scorse un oggetto simile ad un sigaro metallico che faceva capolino attraverso una nuvola, sembrava quasi che fosse cosciente che la fissavamo poichè spesso si nascondeva poi all'improvviso si tuffò in mare. Eravamo ancora increduli sull'accaduto e nel momento in cui decisi di rompere il silenzio chiedendo  il parere a mio fratello vedemmo sollevarsi una colonna d'acqua in lontananza e sfrecciare ad una velocità impossibile due oggetti identici al primo che sparirono in un lampo cioè un bagliore non fortissimo perchè c'era ancora il sole. Non abbiamo mai raccontato a nessuno la nostra storia in quanto riesce difficile anche a noi stessi crederci, sperammo di sentire la notizia al telegiornale o su internet ma nulla, l'unica cosa che spero è che non siano ostili perchè dopo quello che abbiamo visto la tecnologia in loro possesso è impressionante.

Saluti ( complimenti per il sito )  



Commento alla risposta del Lettore  


L’esperienza che ha vissuto insieme a suo fratello è davvero interessante, sotto tutti i punti di vista e proprio per questo la trovo ottima come oggetto di argomentazione a fronte di quanto  ho scritto nel mio articolo sulla necessità di verificare con metodo scientifico e distaccato gli avvenimenti, usando la tecnica investigativa.

L’avvistamento di cui è stato testimone non è di tipo consueto, anzi! Partendo dal presupposto che non avrebbe alcun interesse a citare fatti non veri, l’episodio in questione non sembra affatto un avvistamento ma una azione complessa compiuta da oggetti che non avrebbero, se fossero di origine terrestre, la possibilità di fare quello che hanno fatto. Ma  proprio per questo motivo, trattandosi di un evento straordinario,  mi sembra strano che non abbiate cercato conferme immediate o non abbiate tentato di approfondire la questione e soprattutto di non avvisare le autorità, a prescindere dall’eventualità (quasi certezza in verità) di non essere creduti.   

Se penso infatti alle domande che farebbero gli “investigatori” sulla questione, ci sarebbero parecchi interrogativi a cui rispondere. Ne cito alcuni:

- Avete preso nota del giorno e dell’ora dell’avvistamento?

- Quanto è durato l’intero episodio?

- A quale distanza, anche approssimativa poteva essere l’oggetto che poi si è lanciato in mare?

- L’oggetto, a forma di sigaro si è inclinato per tuffarsi in acqua o si è limitato a perdere rapidamente quota?

- Erano visibili tracce di fumo o residui di combustione nello spazio attraversato dal velivolo?

- Erano visibili luci fisse o intermittenti sulla superficie dello scafo?

- Avete udito rumori di qualsiasi natura provenire dall’OVNI? Si è udito un tonfo al momento dell’ammaraggio? Se si, lo avete udito  immediatamente o dopo qualche   secondo (servirebbe a calcolare la distanza rapportando il tempo con la velocità di propagazione del suono e quindi anche le dimensioni)?

- Dopo quanto tempo i due oggetti sono sbucati dalla colonna d’acqua?

- Ha scritto che la colonna d’acqua sollevata era una: quindi i due velivoli sono emersi contemporaneamente oppure uno dopo l’altro?

Questa prima  parte di domande tende a descrivere l’avvenimento. La seconda parte serve a descrivere e delimitare l’ambiente circostante:

- Eravate gli unici testimoni?

- Avete guardato in giro in cerca di persone che avrebbero potuto confermare quanto avete visto o il  

  lungomare era completamente deserto a parte voi? 

- C’erano imbarcazioni in mare nelle vicinanze dell’accaduto?

- Avete confrontato le vostre reciproche versioni dell’avvenimento, sforzandovi di ricordare ogni dettaglio

  possibile?

- Perché, trattandosi di un avvenimento così particolare non avete avvertito le autorità locali?

Infine gli inquirenti farebbero le domande di carattere personale che tendono a verificare l’attendibilità dei testimoni.

Inoltre, c’è un’altra  considerazione che gli inquirenti potrebbero fare proprio sul trafiletto scritto in coda al mio articolo,  e cioè il fatto che Lei preferisca mantenere l’anonimato, almeno per il momento. A prima vista sembrerebbe un esordio abbastanza generico ma le implicazioni sottintese sono diverse e non c’è bisogno di spiegare come la frase, apparentemente innocente, offra invece il fianco a possibili illazioni. Se l’avvenimento descritto è vero, ed è sicuro di quello che ha visto, non dovrebbe avere timore a identificarsi. Del resto sta scrivendo su un sito che si occupa proprio di queste cose ed è rivolto a un trend di utenti ben definito, non avrebbe motivo alcuno di non declinare le proprie generalità  a meno che Lei non sia un personaggio pubblico. Quella che vorrebbe sembrare una normale reticenza ad esporsi potrebbe far sorgere invece il sospetto che si intenda sollevare apposta  un “caso”, utilizzando il sito come cassa di risonanza per farlo approdare su altre sponde più commerciali (mi riferisco alla postilla almeno per il momento).

Ovviamente io non sono un inquirente né tantomeno un giudice per cui non sto contestando la veridicità della sua storia. Mi sforzo solo di mettermi dall’altra parte della scrivania (lo faccio soprattutto con me stesso, quando scrivo racconti) per verificare i punti deboli di una storia o di una teoria, perché ritengo che porsi domande e sollevare dei dubbi sia l’unica maniera per avvicinarsi alla verità.

 

Un’ultima considerazione in merito, un particolare non da poco: a quanto pare l’Abruzzo e la città di Pescara in particolare, sono oggetto di numerosi avvistamenti molto frequenti. L’Aeronautica Militare ne conta diciotto di quelli a cui non è stata data una spiegazione naturale, a partire dal 1977 al 2013. Invece sono molto più numerose le testimonianze di persone che hanno visto o fotografato o filmato oggetti volanti non identificati. Basta dare un’occhiata su Google o YouTube per trovare decine di articoli al riguardo. E’ evidente che qualcosa, nei cieli tra Pescara e Ancona c’è sul serio o forse sarebbe meglio dire sotto il mare di quella tratta.

In questo caso le autorità dovrebbero essere continuamente informate. Che poi decidano di mantenere il riserbo sulla questione, è un altro discorso. Abbiamo visto troppi film e letto troppi libri al riguardo per sapere che devono attenersi in questi casi a particolari protocolli. Ma è necessario che siano informati. Alla fine dei conti, che lo facciano per proteggerci o per obbedire a semplici ordini dall’alto, stiamo sempre dalla stessa parte della barricata. 


Lorenzo De Marco

L’IMPORTANZA DELLA FANTASCIENZA.

(di Lorenzo De Marco)


La Fantascienza dovrebbe essere considerata una vera e propria branca della Scienza. La frangia più estrema,forse  ma di sicuro quella alla base di ogni progresso scientifico e tecnologico di questi ultimi due secoli.

L’immaginazione, componente essenziale per la realizzazione dei sogni dell’essere umano, proprio attraverso la letteratura fantascientifica, coadiuvata dal cinema prima e dalla televisione poi, con la sua capacità di ricreare mondi e situazioni virtuali come se fossero reali, ha contribuito a catalizzare l’attenzione di quei bambini e ragazzi particolarmente dotati su alcuni aspetti di un ipotetico futuro, spingendoli a diventare scienziati, ricercatori e studiosi per trasformare le sfrenate, visionarie  fantasie degli scrittori e degli autori del genere, in realtà.

Gli esempi non mancano.

Julies Verne è considerato e a ragione, il precursore della fantascienza. I suoi romanzi hanno fatto il giro del mondo e hanno appassionato milioni di lettori di ogni età e sesso.

In “Ventimila leghe sotto i mari”, pubblicato nel 1869  il celeberrimo capitano Nemo comandava un sottomarino, il Nautilus, alimentato da una misteriosa energia praticamente inesauribile. Verne aveva immaginato  il primo sottomarino a propulsione atomica, che fu varato ottantacinque anni dopo dalla marina degli Stati Uniti e che in suo onore fu battezzato “Nautilus” (!)

Sempre Jules Verne, nel suo romanzo “Dalla Terra alla Luna” e nel suo seguito “Intorno alla Luna”, pubblicati nel 1865 -1867 dimostra una lungimiranza straordinariamente profetica  nell’immaginare le varie fasi di una simile missione, al di là dell’aspetto puramente narrativo che contraddistingue questo capolavoro.  Innanzitutto la forma e le dimensioni del proiettile, poi  il periodo in cui la Luna sarebbe stata più vicina alla Terra (dicembre), il numero degli astronauti (3) e l’ubicazione del lancio del missile (in Florida a meno di un centinaio di chilometri dalla zona in cui  sarà costruita la base missilistica di “Kape Kennedy”,  quasi un secolo dopo.)  Anche la possibilità di orbitare intorno alla Luna e di sfuggire alla sua attrazione utilizzando i razzi che avrebbero invece dovuto far atterrare la navicella sul satellite è una sconvolgente similitudine, così come il sistema di ammaraggio e il fatto che lo fa avvenire nell’Oceano Pacifico. Verne ha praticamente descritto nel suo dittico la missione dell’Apollo 8. 

Facciamo adesso un salto temporale e ci fermiamo agli inizi del novecento. In America esplode la mania dei  missili, delle astronavi e dei viaggi interplanetari, stimolati anche dai progressi che l’industria, soprattutto quella Aeronautica e missilistica ha dovuto compiere durante la seconda guerra mondiale. Gli scrittori di fantascienza esaltati da questo nuovo mondo in cui tutto ormai sembra possibile si sbizzarriscono: fucili a raggi  laser, occhiali capaci di vedere al buio, armi capaci di distruggere intere città o addirittura mondi, computer che guidano astronavi e gestiscono e sorvegliano ogni componente elettronico delle città. Il cosiddetto sistema di Crediti che sostituiscono le monete, il riconoscimento vocale e quello delle impronte digitali o della retina. Oggi diremmo che hanno descritto la realtà che ci circonda.

Ancora un altro salto in avanti, spostiamoci negli anni 40-50. Isaac Asimov, scienziato e famoso scrittore di fantascienza, forse il più conosciuto, scrive una raccolta “Io, robot” di nove racconti su robot positronici simili agli uomini ma ancora fatti di metallo o ricoperti di pelle sintetica e nel considerare la concreta possibilità di farli convivere con gli umani, elabora  ed enuncia, nella sua antologia, “Le tre leggi della robotica”  che oggi vengono invocate dall’Unione Europea nella costruzione dei Droni.

Negli anni ottanta, nelle sale cinematografiche arriva  “Terminator”. Il T800 è un cyborg praticamente indistruttibile, rivestito di pelle bio-sintetica, in tutto e per tutto simile all’uomo, mandato indietro nel tempo da macchine pensanti per uccidere un ragazzo che diventerà il futuro capo della resistenza.

Anche uno sguardo superficiale ai progressi ottenuti nella biotecnologia e nella robotica in campo medico ci mostra chiaramente che non siamo più molto distanti dal primo prototipo del T800.

 E Poi televisori 3d, immagini olografiche, una rete universale capace di connettere istantaneamente ogni persona in qualsiasi parte del mondo,  auto che si muovono con il pilota automatico, che dialogano con il guidatore e che parcheggiano da sole.

Tutto questo che adesso è parte integrante e insostituibile del mondo che ci circonda è stato descritto minuziosamente in centinaia di racconti di fantascienza, fin dagli inizi del secolo.

Ma anche le teorie che adesso stanno mettendo in discussione la visione Einsteniana dell’universo sembrano aver i giorni contati.

 Finora si è parlato solo dei  progressi scientifici e tecnologici ma un altro campo non meno importante della narrativa fantascientifica è quello socio-politico ed economico. Centinaia di scrittori hanno descritto il nostro futuro, molto spesso terribilmente simile a quello attuale tanto da lasciarci sgomenti.

Questi scrittori non sono profeti ma uomini attenti al mondo che li circonda e ai cambiamenti. Uomini capaci di cogliere i tratti essenziali della realtà storica in cui vivono e teorizzarne il percorso più probabile, tracciando una linea previsionale virtuale, spesso estremizzata per i propri fini narrativi ma cercando di  delineare con logica e coerenza uno dei tanti futuri possibili.

La loro incredibile capacità di farci immaginare il futuro come se fosse reale è ciò che sta alla base della Scienza, poiché la nostra realtà non è altro che il frutto della realizzazione dei nostri sogni.

E così come siamo spinti a realizzare i nostri sogni più arditi e meravigliosi, allo stesso modo siamo spaventati e terrorizzati dai catastrofici scenari che molti scrittori prospettano, spingendoci a correggere i nostri errori, a cambiare le strade che stiamo percorrendo, a porci domande che potrebbero cambiare il destino dell’umanità.

Gli autori di fantascienza sono dei visionari che con la loro capacità immaginifica hanno dato un grande contributo nel trasformare il mondo in quello che è diventato. Potremmo considerarli come i nuovi oracoli o ispirati profeti . Certo, non sono infallibili ma considerata la strada che l’Umanità sta percorrendo, fermarsi un attimo ad ascoltarli e a riflettere su quanto hanno da dire, non guasterebbe.

La fantascienza è una finestra spalancata su infiniti universi paralleli in cui quello che da noi potrebbe succedere è già  accaduto. Attraverso di essa noi  abbiamo la straordinaria possibilità di guardare tutti gli scenari possibili che ci può riservare il futuro e se siamo saggi, possiamo studiarli e scegliere  la giusta strada da percorrere perché ciò che saremo lo stiamo costruendo oggi.

 


Medvedev, fuori onda choc: «Gli alieni sono già tra noi. Se dicessi di più sarebbe il panico»

medvedev.jpgGli alieni sono tra noi e agiscono anche in Russia, tanto che il capo del Cremlino ha una cartella, che trasporta insieme alla valigetta con i codici di lancio dei missili nucleari, sulle loro visite alla terra, e controlla l’attività di segretissimi «men in black» russi, sulla falsariga di quelli immaginati da Hollywood. Il tutto è ovviamente segretissimo, perchè‚ altrimenti si spargerebbe il panico. 

Queste dichiarazioni – intrecciate a varie considerazioni scherzose su Babbo Natale e sul suo mentore Vladimir Putin – se l’è lasciate scappare il premier (ed ex presidente) russo, Dimitri Medvedev, in un dialogo fuori onda coi giornalisti durante pause di interviste rilasciate a cinque televisioni. Il fuori onda finito su Youtube in due versioni è ovviamente in russo.

Dichiarazioni che nessuna delle tv ha mandato in onda, ma delle quali alcuni stralci sono finiti su YouTube. A una domanda specifica di un giornalista, fuori onda, Medvedev dice che «insieme alla valigetta con i codici nucleari, al leader del Cremlino viene consegnato una speciale cartella ‘top secret’. 

Questa cartella contiene solo informazioni sugli alieni che hanno visitato il nostro pianeta». Inoltre, «gli viene consegnato un rapporto del servizio segretissimo che esercita il controllo sugli alieni sul nostro territorio nazionale», aggiunge Medvedev, secondo cui «informazioni più dettagliate su questo argomento potete ricavarle da ‘Men in Black‘», il ciclo di film-commedia Usa su un immaginario servizio segreto anti-extraterrestri interpretato da Tommy Lee Jones e Will Smith.

«Però non vi dirò quanti di loro sono fra noi, perchè‚ questo creerebbe panico», ha aggiunto il premier russo. ‘Rivelazioni’ dal sapore un pò retrò, che rievocano la paura di dischi volanti e marziani cattivi che negli anni Cinquanta e Sessanta, nel pieno della Guerra Fredda, tormentava l’inconscio degli americani insieme al terrore dell’olocausto nucleare.

Ma l’America oggi ha altri fantasmi e i pochi «ufologi» accaniti hanno ricevuto uno schiaffo l’anno scorso dalla Casa Bianca, che ha ufficialmente decretato che di contatti con Ufo ed extraterrestri non ce ne sono mai stati. Nel suo ‘surreale’ dialogo con i giornalisti, Medvedev dice anche di credere in Babbo Natale («Padre Gelo» in russo), «ma non molto profondamente». E comunque, afferma rivolto ai giornalisti, «voi lo sapete, non sono uno di quelle persone capaci di dire ai bambini che Babbo Natale non esiste».

Nel fuorionda fra il serio e il faceto, Medvedev si è lasciato anche sfuggire dei commenti poco lusinghieri sull’attuale inquilino del Cremlino, rivelando che quando ci sono le riunioni è un ritardatario: «Colleghi… qualcuno è quanto mai puntuale, mentre altri mettono alla prova la pazienza arrivando tardi». Medvedev, infine, credendo che i microfoni fossero spenti, ha inoltre definito i poliziotti russi dei «fessi», tentando di tranquillizzare un giornalista che gli rivelava la sua preoccupazione per la perquisizione all’alba della casa di un testimone in un’inchiesta sull’opposizione anti-Putin.


L'articolo risale al 2009 ma la dice lunga su quanti personaggi di spicco, ex astronauti, militari, politici ecc. stanno rivelando queste notizie.......ci sarà un motivo

Luca Sansone

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